DANILO DOLCI | Sesana (Trieste) 1994 – Partinico 1997

Crediti: http://www.salvisjuribus.it

Dolci ha rappresentato il versante laico del solidarismo italiano impegnato, polemico e oltranzista. I temi d’interesse storico, umanistico ed epocale sono presenti nelle sue poesie. I suoi versi si prefiggono di emancipare e riscattare gli umili dal loro destino di vittime, fino a coinvolgere perfino i reprobi, troppo spesso e comunque dominati e offesi dal potere e dalla sua tracotanza. Lo stesso Dolci dichiarava che la poesia «è il prestarsi alla vita della gente analfabeta che non sa esprimersi», è anche, si può aggiungere, diventare la loro penna e la loro voce. Dunque, una poesia intesa come indagine e illuminazione per raccontare il proprio impegno quale uomo e quale scrittore, teso in una equilibrata rivoluzione permanente.






Le poesie qui pubblicate provengono dal libro: Danilo Dolci. Creatura di creature. Poesie 1948-1978 (prefazione di Mario Luzi), Armando editore, 1986.

Frugando il diurno alito opaco
di smog e incenso
rumorose fiumare di fari accesi
fiottano su piastre incatramate.

Se tutta s'incrosta, una creatura soffoca.

da" L'odore del fumo


"Lager dei bambini in Litzmannstadt"

27 novembre

N. 1239
Cara mammina,
perché non sei venuta quando ti ho scritto di venirmi a trovare?
Perché non mi hai mandato da mangiare, e ora cara mamma ti
prego venirmi a prendere. Ti prego ancora una volta cara mamma
non dimenticarmi di venirmi a vedere. Cara mamma ti prego vieni.
Non dimenticare. Cara mamma ho finito la mia lettera perché
non ho più altro da scrivere tuo
Jerzy''

Dopo oltre un quarto di secolo
ancora, quando dice Gestapo
si guarda attorno furtiva.


da" L'odore del fumo


Molti ancora non sanno:
il lager è tra noi, è in noi,
non si può stare male per una lampada qualsiasi,
non si può stare male per un sasso.

Non so se i giovani sanno
in ogni parte del mondo:
non c'è rivoluzione se si trattano gli uomini come sassi.

Ma sapere solo Auschwitz o il Sudafrica, intossica:
ai giovani occorre, anche,
l'esperienza di un mondo nuovo davvero.
Ad Auschwitz ci torno volentieri,
mi dà la misura dei fatti".

da" L'odore del fumo


"Uno dei tanti lager di oggi,
lager di Holezmann
una delle imprese che più costruisce
lussuosi appartamenti in Europa.

Nelle allineate baracche di legno
uomini ammassati per spremerne il lavoro
non possono ricevere amici -
quattro in una stretta stanza
pagando settantacinque marchi al mese
ciascuno, uomini soli.
- Verboten -
-Perché verboten?
- Perché non si può -.

Iugoslavi italiani portoghesi greci
turchi spagnoli sono venuti qui a cercare
il mondo sviluppato.
Se si fa una questione, ci si perde il tempo.
Anche se non possiamo fare la nostra vita
noi non ci possiamo niente
se protestiamo ci buttano via
e chi dà da mangiare ai bambini
alle famiglie che aspettano lontano?

Là si lavorava sconfitti
chi ci ha mangia
chi non ci ha può morire,
qui si mangia e si avanza qualche soldo
ma si resta sconfitti in altra maniera.
Se questa gente si organizza
trova lavoro nella sua terra,
e non solo il lavoro.

Parlare al direttore del lager?
- Verboten -
- Warum verboten? -
- Verboten -
Ma perché verboten? -
- Alles verboten -

Questo era un lager di prigionieri -
e questo è il mondo democratico,
questo è il mondo nuovo.
Dalla mattina alle cinque alla sera alle sei
calcolano otto ore -
questo il mondo dei calcolatori elettronici?"

da" L'odore del fumo


Accusandolo antidemocratico
lo mungono insistendo fino al sangue.


da In questo frammento


Non le tue nere lacrime
su me sepolto: coerente
sputa.


da In questo frammento


Ti detesto, New York
non perché città
(eppure nel rugginoso carcame
tra il luccicore opaco delle foglie
rigide, senza umore, semi intensi
germogliano):

perché credi di esserlo.



Dal vuoto umoso degli steli erbosi
da guaine annodate a incollonarsi elastiche
prati e boschi iniziano le canne
d'organo.

da In questo frammento


Tra chiazze di sangue sull'asfalto
macule scivolose di vomito
ululo minaccia lamentoso rogna
profonda, gente agitata
con un cappio al collo o una catenella
tra grinte di grattacieli
schiva contra cupa.



(Un vecchio nella strada di Trappeto ripeteva
tirandomi la maglia, non capivo,
"ci sono le anatre":
con la diga, annunziava
pure le anatre sanno il nuovo lago
a inverdire la terra -
mai restate
ora fiottano in acqua confidente)



Si incrociano macchine inseguendosi
strette sfrisano rabbiose
frenano a strappo sussultano
fischietti trivellano orecchie ognuno tenta
vendere qualcosa
chi non si droga è anormale.


da In questo frammento


Una collaudata ricetta per asservire:

suadere il nudo è osceno,
volgare il genere

preziose le scatole stampate
dal garante dell'ordine -

il rivoluzionario, spento
è più sicuro.



Per rimanere servi:

annegare la rabbia in lamentele

tentare senza rischio di pescare
paradisi privati -

continuando adulare
il pene del padrone.




Per ogni caso
a intombare affioranti rimorsi
di privati rapporti
invelena gli sciami delle api.



da In questo frammento

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