UMBERTO PIERSANTI [ Urbino 1941 ]

Crediti dell’immagine: https://www.cronachecult.it

Poeta dall’accurata scelta linguistica, tale da rendere la sua produzione poetica ricca di evocazioni dalla condivisibile emozione e sentimento.

La realtà circostante è inserita all’interno di una ciclicità simile a quella imposta dalla natura. Lo sguardo del poeta volge con frequenza verso un ritorno al mondo delle origini, una età andata e lontana dall’incomprensibile groviglio della storia e dei suoi caotici singulti. In questa maniera, la memoria cerca di fondersi con la natura, metamorfosi necessaria al fine di garantire il ripristino dell’ordine.

Vegelia



vegelia, così chiamavi
madre quel fiore
dal calice allungato
e dal profumo antico,
ai vetri solo somigliante,
quei vetri d'un giallo-verde accesi
della villetta liberty
a noi accanto.,
un nome ed un profumo
i più distanti,
ora trame d'aria soltanto,
un soffio di quegli anni,
il più remoto

e c'erano anche
le ricotte bianche,
palle di neve mi sembra
le chiamassi,
i suoi petali vorticano nell'aria
al più lieve vento
dell'aprile,
tu ci cammini in mezzo
come in un quadro

ricorda i fiori,
ma quel tempo,
no,
non pensarlo gentile,
stride la sirena
dentro l'aria,
la porta del rifugio
è bassa e storta,
la porta del rifugio
è d'oltretomba

gentile è quel soldato
dal largo elmo
che dona cioccolate
alla sorella,
gentile, aggettivo
così fragile
e incerto,
il canto dei polacchi
desolato
che s'alza tra le lucciole
la sera

vegelia, il tuo nome
m'è caro,
così lontano

agosto 2018


Umberto Piersanti, Campi d'ostinato amore, La nave di Teseo, 2020.

Madre


madre, così lontani
i volti,
oltre la nebbia sconfinata
-un fumo li disegna
appena, appena
come ciocco ormai spento
fa nel camino-
dietro la casa antica,
dietro la balaustra
che s'apriva all'Immenso,
lì del padre s'aspetta
il ritorno
e la sorella bruna
mi guida
alla cerca del muschio
nelle valli d'infanzia
sconfinate
e con gesti perfetti
l'altra dispone
limpide statuine
nell'angoliera

non ho più immagini
d'allora,
ma quello è un tempo
non adatto a pellicole
e figure
e nella mente s'appanna
a poco a poco

con gli occhi
e con le mani
ti cerco il volto,
la memoria pervade
la mia giornata

agosto 2019


Umberto Piersanti, Campi d'ostinato amore, La nave di Teseo, 2020.

L'aquila della Wehrmacht


e quella sacca grigio-paglia
con l'aquila della Wehrmacht
stampigliata
rimasta intatta
negli anni e nei traslochi
inutile cercarla
non la ritrovi,
come e perché un soldato ce l'ha data?
forse era marzo
o magari un pò prima,
fumavano i caldari
nel grande orto
sotto l'inferriata,
avvolti nei pastrani
e incappucciati
mangiavano i tedeschi
il rancio amaro,
immobili e solenni
gli occhi a terra,
dal rancio e dal dolore
non li distoglie
il rombo degli aerei
per la Romagna

se la sacca guardavi
c'era un odore,
l'odore della guerra,
dell'invasione,
l'odore di benzina
dai barili immensi
talora aperti
per i carri e i camion,
e il passero mio amico
nell'infanzia,
dal padre raccolto
sulla neve alta
e dalla bruna sorella
presso la stufa
messo ad asciugare,
dentro il nero bitume
ingoiato e steso
con le ali aperte
-è il dolore- pensavi
-che non risparmia
le dolci creature,
gli uccelli e i fiori,
la guerra non la fanno
ma non basta,
il male è dentro l'aria,
copre la terra-

magari quella secca
ce l'ha data
con dentro i pomodori
e l'insalata
-l'orto d'ogni erba
è colmo,
dalla fame d'Urbino
ci risparmia-
l'austriaco gentile
gracile e biondo,
alla sorella grande,
la castana,
accanto al pozzo
forse gliel'ha donata

i carri vengono giù
dalle Cesane,
fitti,
fitti più della grandine
d'aprile
e gli inglesi, gli indiani
e i canadesi
a branchi sono scesi
quasi alle mura

forse l'austriaco
bussa a una porta,
nessuno che gli apra,
che lo nasconda,
che panni da borghese
gli regali,
la sorella lo pensa
mentre prepara
i tagliolini in brodo
per la Liberazione

gennaio 2020


Umberto Piersanti, Campi d'ostinato amore, La nave di Teseo, 2020.

Raggi sul Tirreno


celeste come il mare
d'oggi che i raggi
accoglie,
celeste la tua maglia
che il sole di gennaio
non riscalda,
celeste dono agli umani
questa luce,
quest'attimo
sospeso sopra l'acque
e i giorni,
e il tempo
mai l'oscura

gennaio 2018


Umberto Piersanti, Campi d'ostinato amore, La nave di Teseo, 2020.

Dentro il presente


quale millennio scorre
per le strade, nei caffè della sera
ragazzi dai jeans strappati,
i volti così incerti
e luminosi,
voi che sedete intorno
ai lunghissimi tavoli
per i vostri eterni aperitivi,
chiedo come ad altri
a vois così simili e lontani
chiese un poeta antico e forestiero?

anche questo è tempo
dove parlare d'alberi
appare un delitto
perché su troppe stragi
comporta il silenzio?
forse, ma tra selve odorose
troppo tempo hai trascorso
e il loro verde sapore
t'è entrato per la gola
giù nel sangue,
una diversa era
ti ha abitato

mentre guardi il Carpegna
annuvolato, passi lento
tra ornelli e ginepri,
da forestiero cammini
dentro il Presente

luglio 2018


Umberto Piersanti, Campi d'ostinato amore, La nave di Teseo, 2020.

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