JOLANDA INSANA [ Messina 1937 – Roma 2016 ]

Crediti dell’immagine: Gazzetta del Sud Messina

Per Jolanda Insana la poesia non è qualcosa di consolatorio, ovvero non è pensata per parlare del proprio sé o essere stretta d’assedio dalla lingua di plastica della tivù, priva di aderenza al reale. La poesia va intesa come prolungamento della vita, che riporta alla luce la Storia dentro la propria storia, in opposizione di chi vorrebbe, invece, gestirla con la retorica artificiosa, la sopraffazione, la superficialità e la morte. Secondo la poetessa la poesia dev’essere anzitutto “cognitiva”. Non scelta di viltà per “sognarsi servi”, ma imperativo morale per guardare in faccia la realtà nel tempo e nella storia. Pensiero dialettico, per ragionare sulle ambiguità dell’individuo e mettere a nudo il suo bagaglio di disagio e degrado.

impazzirono
e avevano sete
e non avevano acqua
e nudi correvano
alle finestre senza vetri
al balcone franato
con gli occhi insanguinati
in pianto









cumuli
cumuli di macerie
di letti pignatte e bottiglie
il viale San Martino
cumuli di sterro e corpi cadaverici
dalle campagne
con i carretti e i muli scendevano i contadini
a razziare
gruzzoli e oro









avvolti in stracci e coperte
se ne stanno accucciati
intorno a grossi bracieri
sotto tettoie di fortuna
senza cibo
senza acqua









guaiscono e gemono
pisciano in piedi
e non sanno
che animali sono diventati


da "Frammenti di un oratorio per il centenario del terremoto di Messina", in Jolanda Insana, Cronologia delle lesioni. 2008-2013, luca sosella editore, 2017.

Vanno vengono vengono vanno
avanzano indietreggiano
vengono vanno vanno vengono
sommuovono il suolo
e sotto i piedi è cupo il rimbombo-

Scalpitano sfiatati
hanno perso i cavalli
s'insozzano e lavano
i forzati della terra -

Respinti e pressati
sulle strade del buio mattino
scappano s'infrattano
nelle caverne di città e villaggi -

Vengono dai tropici e dall'equatore
da deserti savane e foreste
alture e pianure
in cerca di pastura -

Vengono da guerre genocidi e carestie
da terremoti tirannie e maremoti
e in fuga vanno per terre straniere -

Morti di fame si trascinano
dove c'è un pezzo di pane
un morso di companatico.
Topi che cercano il granaio
formiconi a caccia di pagliuzze
s'incarrettano per mare in gusci di noce
scivolano scivolano in acqua
e affogano
e niente vi trema
per voi sono morti che si aggiungono
ad altri morti -

E tu tu
voi
voi tutti
tutti lì a spiare
ma dove guardate?

(altra voce: - la televisione guardano)

Ah il teatrino insonorizzato della ferocia
ah sì l'occhio che entra in tutti i buchi
e vi getta nelle tenebre e non vi conoscete
e non avete luce e non avete gioia -

Non siete liberi
non respirate aria sana
non ragionate con la testa -

Quelli cercano mangiare
e finiscono in bocca all'orca
rosicchiati dai pescecani
giocarelli per delfini
e se approdano
 sono spolpati dai caporali
dai padruncoli in mercedes
in maserati

(altra voce: - ogni anno un milione di incidenti sul lavoro
                            più di mille morti
                            uno ogni sette ore)

Sollevate il velo scoprite la verità
togliete la cenere dai vostri occhi
e guidateli alla fonte
abbeveràtevi

specchiatevi
e saprete cos'è ingiustizia

(altra voce: - c'è chi va in cerca di pane e acqua
                            e muore strafogato nel Mediterraneo
                            e c'è chi scalzato dalle furie oceaniche
                            non ha goccia da bere e muore disidratato)

Ma noi che facciamo? stiamo incollati all'osservatorio
e più tanto non ci curiamo
sazi con le ventraglie dilatate
e se proprio scoppiamo nelle gonne e nei calzoni
andiamo dal chirurgo e ce la facciamo bendare -

e invece sbendare-sbendare il cervello
rachitico e ottuso
che cacato dalla mosca è diventato un verminaio -

e tu che non ragioni
e sull'altare innalzi pregiudizi
se non ti specchi
in quello straccio di pezzente sfortunato...

(altra voce: - e i clandestini morti sul lavoro
                           che fine fanno? o non ci sono
                           clandestini morti sul lavoro?
                           morti bianche anche di neri?)

Ehi tu cosa borbotti?
le tue ricchezze e che te ne fai delle ricchezze?
non le sprecare
speculazioni e rendite non producono ricchezza
non entra in circolo
finisce in saccoccia
e a chi non ha
niente è dato
e tu hai già le ceneri sul volto
il colore della morte

Hai a cuore i famigli la famiglia
il collegio i tuoi elettori
la pancia la patta
ma puoi fare ricco il mondo
ricco il sogno dei giovani con o senza arte
e tutti senza lavoro
liberarli dal rancore liberarli dal risentimento
sollevarli dal bisogno e dalla disistima
eccitarli e non deprimerli
dargli forza e fiato

chi non ha niente
non è padrone di niente
manco dell'aria che respira
e neppure tu sei padrone dell'aria che respiri

(altra voce: - due scaricatori di farina di soia
                           dentro il silos di un cargo
                           a Porto Marghera
                           con la bocca aperta
                           morti asfissiati)

Non abbiamo luoghi dove rifugiarci
hanno tagliato le foreste tagliato i carrubi
bruciano pini d'Aleppo e castagni
- ombrosa respira ancora la bella faggeta di Moliterno
ma della Val d'Agri resterà una cava deserta a fuochi spenti
dopo lo zampillo di petrolio
arrivato ai boschi di Viggiano
dove nulla può la Madonna nera
sbiancata di terrore

Non avere paura

Tu che puoi
rinnovella la vita
con ravvedimento operoso
resuscita la terra
ripara le ferite
spiana altipiani di grano duro
e non avere paura

Dove non sappiamo
ma semineremo avena cippollina e farro
- i fiori
ce li portiamo
i semi dei fiori
nei luoghi di rifugio?

(altra voce: - una famiglia di pinguini su un iceberg
                           naviga alla deriva)

Chiedo a voi uno per uno
con chi andare sulle vie dell'esodo
in fuga dai diluvi di cielo terra e mare
E a te chiedo:  i malati li lasciamo o ce li portiamo?
e i vecchi? i nostri vecchi
li affidiamo all'ospizio dell'Azzurra Beatitudine?
anche da morti se li faranno pagare
grazie a tutti questi atei devoti
spuntati come funghi sul mercato
genuflessi a nostre spese

(altra voce: -1 morto sul lavoro ogni 7 ore
                          e intanto si attiva la rianimazione
                          del feto anencefalico
                          senza encèfalo
                          senza cervello
                          senza cervelletto
                          senza midollo)

Anche il feto affetto da agenèsi renale
è in sala rianimazione
insomma rianimiamo i feti senza fiato
e soffochiamo il fiato di chi ce l'ha
e a te chi te la passa la Tac? chi ti cura?
hai tutto il tempo per crepare
intanto che arriva il turno in ospedale
Ah la diagnostica che dispone la morte a termine


(altra voce: - A Molfetta la Tac era rotta, e tra terlizzi Bisce-
                           glie Trani Barletta e Bari non c'era posto in
                           rianimazione. E così Michele Tasca è morto a
                           Monopoli)

Ah l'ospite ingrato
vestito di bianco con le scarpette rosse
accecato dalla luce delle nostre belle contrade
confonde le strade
vede tutto scuro
tutto nero

mummificato nel suo tempio
conciona di scomuniche e anatemi
punta il cannocchiale e sbircia sotto le lenzuola
e gli trema la santificata prominenza
fornificante
farneticante

niente questo
niente quest'altro
niente di niente
proclama ogni giorno in prima pagina sui giornali
e parla come un ginecologo
come un marito discacciato
pontificante-

Ma tu non avere paura

(altra voce: - Vietati gli aborti spontanei, vogliono correg-
                           gere la Costituzione italiana, la Dichiarazione
                           Universale dei Diritti dell'Uomo. Bell'affare
                           la sepoltura, a spese dell'erario, di tutti i feti
                           «abortiti in qualunque fase della gestazione»:
                           saranno appalti ricchi, pepite d'oro i grumi di
                           sangue per i gestori delle nuove discariche ci-
                           miteriali)

Tornare al vangelo
alla parabola del cuore
chiudere la banca mangiasoldi
rovesciare i banchetti del mercato
non aizzare guerre e canee
restituire il saluto al vicino
che ti sputa in faccia
- anche qui è perfetta letizia

(altra voce: - «futuro perfetto» sta scritto
                           nelle creme di bellezza
                           perfect future)

Finché il futuro perfetto sta scritto sulle creme
per il restauro del volto
si allungherà la fronda dei BIS-NETTI
che avviano le lavatrici a pieno carico
per togliere lo sporco ai panni dei conviventi
e smacchiano-smacchiano
per avere il bianco più bianco
su cui segnare la croce

intanto emettono sentenze
e a giro di silicio assegnano giorni d'inferno
- ma chi li cura
questi squadroni
della discriminazione?

Ecco vi chiamo senza nome
omofobi ossessivi
pronti ad aprire nuove risiere di San Sabba
e vi dico
puzzano le vostre piaghe
e il puzzone è vostro
vostro il putridume

(altra voce: - Singh Lakawinder muore schiacciato dall'au-
togru nel vivaio AUMENTA sulla Pontina - AU-
MENTA - aumentano i morti sul lavoro)

E a te dico e ti chiamo per nome
non avere paura
non rimuginare dispetti
non architettare vendette
come la rosa puteolente d'Erba
godi l'acqua semplice che scroscia azzurrina
godi il sale nell'insalata
godi il fresco rubino di melagrana
il papavero che sonnecchia
e presto si drizza e fa primavera
godi dei sani appetiti
prendi aria
apri la porta spalanca finestre e balconi
conforta il vicino preso dal panico
aiuta la nonna che attraversa
la strada in mano al nipotino

(altra voce: - Pestaggio alla Esselunga di viale Papiniano:
                           calci e pugni nel cesso alla cassiera che voleva
                           pisciare. Addio Milano bella.)

La prima parola non è la morte
non è la rianimazione dei cadaveri
la prima parola è libertà

Ballate e canzoni contro gli oscuranti
che spengono la luce del sole
e accendono luci di obitorio
per vivisezionare la vita

CANTIAMO: ballate e canzoni
contro le zaffate di egoismo
che ammorba l'aria
sotterra il diritto
incarcera la mente

CANTIAMO: ballatette di pane e uguaglianza
di carne e sicurezza
di verdura e gentilezza
di frutta e salute
Ballatette di mirto mortella e mirtillo
Ballatette di zagare fresie e gelsomini

È questo l'assedio:
Avidità e vanità di potere

Sequestrano i bambini
e dall'interno sprangano gli orfanatrofi
e buttano le chiavi
- li lasciano entrare e mai uscire
li tengono prigionieri di alberghi a cinque stelle
e fannoa ffari d'oro

E lo sai tu
sorridente cucciolona senza prole
che vorresti un cucciolo da accudire
per giocare e prgettare
ma ti dirottano su altre latitudini
per fare cassa

«Si quis procreationi assistiae extimat credendum esse
anatema sit»

(altra voce: - non siamo al concilio di Toledo)

Siamo in parlamento
ma in tempi di venti e trombe d'aria
all'ombra di querce e ulivi
margherite e cespugli senza ombra
dalle avide canne rimbombano anatemi


«Si quis amori omo extimat credendum esse
anatema sit vel decem milia nerbate
vel sempiternum cilicium
et glande cotidie torqueatur aut cunnus»

No non credete
fratelli
caldi umani animali
a questi porcelloni con la pressione alta
e la mano paralizzata sulla patta
a queste prefiche imbiaccate con gli occhi schizzati
a questi itterici squinzi
sbisacciati sfasciati sganasciati
a queste facce d'Erinni
col ghigno dell'invidia
e l'occhio di ghiaccio

Non credete.

Sono bestie insaziabili
mai satisfatte
che hanno tutto
s'appropriano d'ogni bene e vogliono
plausi e cori da bocche immonde di falsità

È genete che non si stima
non si ama
non può amare
non ha pietà
gente disamorata
che esce dalla gabbia griffata
e ha paura.
E tale e tanta è a paura
che con rabbia dichiara guerra
e si sente santa

(altra voce: - 3 morti sul lavoro nello stesso giorno: Rober-
                           to Imperiale, di anni 36, caduto in un silos di
                           stoccaggio e asfissiato dalle polveri fini, in una
                           fabbrica di ceramiche a Castel Bolognese;
                           l'agricoltore Carlo Monteleone, di anni 67, 
                           schiacciato dal trattore in Basilicata;
                           Gioacchino Giardina, di anni 40, dilaniato da-
                           gli ingranaggi di una macchina agricola a Ca-
                           nicattì ) 

E noi che facciamo? ci indigniamo
ma non resuscitiamo gli ammazzati.
Peccato mortale è la strafottenza dei potenti
che sul piedistallo mettono l'ingiustizia
e si leccano i baffi

(altra voce: - «la catena di sciagure indigna le nostre coscienze»

che dicono i teocon i teodì i teodem? ce l'hanno
una coscienza? difendono la famiglia
e lasciano uccidere il capofamiglia
difendono la famiglia
e lasciano brutalizzare la capofamiglia
sul lavoro

e i padroni ce l'hanno la coscienza?
hanno coscienza i politicanti?
livide idrovore che ci prosciugano
dalla testa ai piedi
mignatte attaccate a ventosa
che ci succhiano il sangue e sono rubizzi
e ingrassano

farabutti velinari
in combutta con delinquenti e pescicani
s'appropriano delle nostre ricchezze
del demanio delle strade dell'acqua
e pure della spazzatura
con appalti e subappalti
concessioni e condoni
sovvenzioni e bilanci falsi
raccomandazioni voti di scambio e mazzette

la coscienza la coscienza ah

ai poveri lasciano il lotto
glielo passano tre volte a settimana
- la speranza si paga

Come campare in un paese
fondato sulla meritocrazia raccomandizia
escrementizia
dove i vostri figli non trovano lavoro?
Non si può

(altra voce: - avvistata un'altra famiglia di pinguini
                           su un iceberg alla deriva)

I vostri figli non hanno lavoro
né precario né flessibile
né a progetto né a ore
li vogliono gettare sulle strade
spingerli al malaffare -

Ah le biagine le troine tradite
buone leggi quelle
dove i limoni strizzati non si gettano via
dove il profitto non è la stella polare
e il bisogno del lavoratore non è cesso -

Non trovano lavoro
e quando superano le prove ai concorsi
senza raccomandazione non vengono neppure convocati
e scaduti i due anno scade anche la vincita
del concorso sulla carta -
succede qui succede a Bruxelles
e come si chiama questo? truffa? italiana? europea?

Tu
tu che stai lì con la testa bassa
 e il cuore che ti scoppia nel petto
quante figlie hai
umiliate senza lavoro
quanti figli hai
umiliati senza lavoro
e quanti figli conforti a ogni nuova giornata?

Non avere paura -
un paese così

(altra voce: - va in rovina)

un paese così
muore e rinasce
deve rinascere -

Giovani di tutto il mondo unitevi

(altra voce: - a che fare?)

Tutti i giorni in piazza
pacificamente
assediare i mostri assetati di roba
di roba mia di roba tua di roba nostra
- gente senza dignità
con tanto potere ma gloria
gloria niente
niente gloria

- Vivi e morti
niente gloria per voi
venduti venduti
lardellati custodi della pancia
di nulla vi potete gloriare
se non di furti furbizie e malloppi
ma state morendo e non ve li godete
- gendarmi della fede senza fede

(altra voce: - ogni 7 ore un morto sul lavoro)

Tutti in piazza
basta con la lottizzazione
basta con le raccomandazioni
basta col «ruba tu che rubo io»
basta con «lottizza tu che lottizzo io»
basta con «raccomanda tu che raccomando io»
basta col «mangia tu che mangio io» -

I vecchi hanno paura di voi giovani
ma non cadete nella trappola
vi vogliono sottomessi e scodinzolanti
vi rubano il lavoro
vi strappano i capelli dalla testa
e vi fanno fuori -

Resistete con orgoglio
e pacificamente scendete nelle piazze
occupate piazza Venezia
bloccate il traffico
occupate Montecitorio
bloccate il traffico
pacificamente
con le candele in mano
in silenzio sfilate davanti a palazzo Chigi
davanti a palazzo Madama
giovani di tutta Italia
uniti per la vita la libertà il lavoro -

Io in galera vengo con voi



da "Contro l'assedio delle ceneri", in Jolanda Insana, Cronologia delle lesioni. 2008-2013, luca sosella editore, 2017.

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