SARA VENTRONI [Roma 1974]

Crediti dell’immagine: https://poetic-souls.blogspot.com

Le acque dei fiumi scorrono come il tempo. Il loro incessante fluire parla di vite e cose prese nella vertigine dei flutti, annegate per sempre nelle correnti impetuose e imprevedibili dei fondali. Nello scorrere delle acque cose e uomini passano da una condizione all’altra, dalla veglia al sonno, segnando il confine tra i vivi e i morti, tra ciò che è stato e ciò che è.

Elemento naturale, l’acqua evoca nei versi della Ventroni il mistico richiamo del fluire dell’esistenza. L’abisso e il caos primordiale in cui fare ritorno, sospinti dal destino di tutto ciò che fugge via. Carica dei dolori umani, non è tanto ilo suo scorrere a simboleggiare l’inesorabile dissoluzione, quanto il suo corrodere, come se il tempo stesso fosse soggetto a liquefazione. La lezione del suo pensiero è quella di una morte che ci trasporta lontano con la corrente, di una morte in profondità.

I La danse: variazione da Burnt Norton


                                                                                                                     Aspettavamo e non è accaduto.
                                                                                                            Non doveva essere e invece è stato.



Adesso che si rompono le cose esistono.
L'ordine sconosciuto danza dentro la frattura: qui convergono

la crescita delle painte domestiche, le confessoni all'aria aperta
la vocazione alla clausura, il saluto ai morti, l'evasione
il riso sugli sposi, la mano armata
la fuga da casa, il sonno leggero, il ritorno alla ragione.

Quello che siamo stati
e quello che non siamo ancora
adesso sono insieme
movimento e frantumi
finiti e commensurabili
perché intero è il limite

: il finito è il nostro per sempre.



Sara Ventroni, La sommersione, nino aragno editore, 2016.

III


Dice questo. Dice:
immagina un naufragio.
Il prima e il dopo.

Tra i due momenti
è avvenuto un processo di trasformazione "molecolare"
nel quale le persone di prima non sono più
le persone di poi.

Prendere in considerazione il movimento
di questo nostro tempo.
Prendersi cura della disgregazione molecolare
                                                                                                      di queste persone.

Tenere ferme le forme
daanti alle scelte.

Ciò che non ha mai avuto inizio è per noi
ciò che potrebbe iniziare.



Sara Ventroni, La sommersione, nino aragno editore, 2016.

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Sopra alcune delle cinquecente tavole acquarellate del mille e
                                                                                                             [cinquecento e rótti
della collezione del naturalista Ulisse Aldrovandi Natura picta:
illustrazioni di lepidotteri & felci & gasteropodi.
Un capodoglio di china & tigri & leoni & bruchi & funghi & di ogni sorta.

Compilare con cura il catalogo del vivente
per salvare l'esistenza dalla dispersione.



Sara Ventroni, La sommersione, nino aragno editore, 2016.

Happy hour


Correnti, vortici, gorgi
quanti ne abbiamo visti.

In acqua per acqua
di acqua su acqua
flussi di movimenti
abbiamo visto. Ma tu?
Nemmeno un messaggio.

Non so nuotare non è una scusa.
C'è chi si butta
per molto meno, sai.

Ma prendiamone un altro.
Il Martini qui sotto è stupendo.




Sara Ventroni, La sommersione, nino aragno editore, 2016.

All'inizio quaggiù anche noi abbiamo avuto freddo.

Non potevano tornare indietro
non potevano restare
non potevano andare
avanti
non possiamo contarli.

Stai tenendo il conto?
Questa volta.
Quella, e un'altra volta ancora.
La volta.
Proviamo a contare.
Ci siamo io e te. Noi
quando siamo partiti?

Questa, un'altra, e ancora-ancora.
Sono iniziati tanti naufragi
dopo il nostro.
Tanti che non ricordo.




Sara Ventroni, La sommersione, nino aragno editore, 2016.

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